tn-370 cimerlo - sotaitalia

Vai ai contenuti

tn-370 cimerlo

attività > 2014 > attivazioni
attivazione di iz3gme
 
Attivazione SOTA tn-370 cimerlo (2503 m - JN56WF)
 
22 agosto 2014

FT817, accordatore Z817, batteria LiPo 11.1V 3.6Ah, antenna norcal doublet 

WX : incerto e pioggia

Per quest'estate i programmi erano diversi ma il tempo variabile che ha caratterizzato quest'anno ci ha fatto desistere dal fare uscite in quota di più giorni.
Così dopo una settimana a rimirarlo da sotto abbiamo deciso che nonostante il tempo incerto era ora di salire sul Cimerlo per un'escursione giornaliera.
La cima è forse la più caratteristica della Val Canali, pur non essendo la più alta, grazie al caratteristico ghiaione che si staglia su di un fianco e la rende riconoscibilissima.
La mattina ci siamo alzati in ritardo rispetto al previsto per cercare di valutare al meglio il tempo che le previsioni davano soleggiato ma le nuvole visibili in tutto il cielo non promettevano altrettanto bene. Abbiamo alla fine dato credito alle previsioni e siamo partiti.
Lasciata la macchina nel parcheggino alla base dei Prati Fosne (1326m) ci siamo incamminati lungo la strada forestale verso la partenza del sentiero attrezzato Buzzati ben segnalato da chiare indicazioni.
Il sentiero (n. 747) parte immediatamente in salita in mezzo al bosco, in una recensione avevamo letto "si procede faticosamente,alternando tratti di stretti tornanti con lunghi strappi in violenta salita" ma dobbiamo essere stati poco attenti perchè abbiamo trovato quello che a noi è sembrato un unico lunghissimo violento strappo per un'ora e mezza di suggestivo cammino nel bosco che va lentatamente cambiando al salire della quota.
Al termine si trova un breve tratto fitto di pini mughi che costringono a passare quasi in un tunnel tra i loro rami.
Abbiamo quindi lasciato gli ultimi alberi verso i 1900m per cominciare a salire lungo il ghiaione che in mezz'ora sempre di ripida salita porta all'inizio del tratto attrezzato (2100m).
Qui abbiamo rivalutato il tempo che pure non era spettacolare con continui passaggi tra un timido sole e l'ombra delle nuvole ma almeno non prometteva tanto male.
Abbiamo approfittato della fermata obbligata dall'indossare gli imbraghi anche per rifocillarci un minimo.
La parte attrezzata del sentiero impegna per altre due ore di salita tra viste e scorci spettacolari con scalette, traversi passaggi vari non particolarmente difficili ma comunque impegnativi.
L'impressione è a momenti di addentrarsi sempre più in un dedalo di guglie e pinnacoli senza fine e senza mai avere in vista la cima, agognata meta.
A complicare la situazione man mano che salivamo venivamo sempre più avvolti dal grigiore delle nubi che ci hanno purtroppo privato di molto del panorama.
Giunti al punto più alto del sentiero che passa appena sotto la vetta vera e propria, si e no a 20m in linea d'aria, ci siamo sbrigati a montare antenna e stazione dato il continuo lento peggiorare del tempo. Infatti non ho fatto in tempo ad attaccare l'ultimo cavo che ha cominciato a piovere, neanche il tempo di accendere la radio!
Io ero seriamente tentato di smontare tutto e infilare rapidamente la via del ritorno ma la mia compagna (santa!) ha insistito "siamo arrivati fin qui e adesso l'attivi!", così ci siamo sistemati al riparo di una mantella aperta a mo di tendina e sotto la pioggia con me al microfono e lei al log siamo riusciti a infilare rapidamente quei 6 qso giusti giusti. E per fortuna che almeno la propagazione in 20m era abbastanza aperta da riuscire a farsi sentire senza particolari difficoltà. Tra gli altri mi ha fatto particolare piacere sentire gli amici che stavano facendo attività dall'isola di KRK ma viste le mie condizioni operative ho tagliato su tutti i convenevoli e mi son limitato a passare la mia referenza e un "59 grazie ciao" rimandando tutto il resto all'asciutto alla prossima occasione in sezione.
Dopo una 20-ina di minuti di attività tutti infreddoliti abbiamo approfittato di un momento che la pioggia aveva smesso per emergere dalla mantella, smontare tutto in velocità trangugiando al contempo qualche boccone e metterci in moto per la discesa col dispiacere di essere praticamente sulla cima e non riuscire a vederla.
Abbiamo quindi seguito la traccia lungo la forcella verso cima della Stanga fino al bivio per il Sentiero del Cacciatore (segnavia 742), dato il tempo ci siamo ovviamente ben guardati dal tentare di fare la seconda attivazione che era nel programma originale e abbiamo immediatamente imboccato il sentiero in discesa.
In realta` sapevamo che il tratto in discesa era chiuso ma sia una guida alpina del posto che dal rifugio del velo ci avevano tranquillizzato dicendo che il sentiero e` in ordine e percorribile, con i pezzi attrezzati in buono stato e che e` chiuso a causa di una frana che ha cancellato ogni traccia sul ghiaione alla base ma che sapendosi orientare non costituiva un pericolo.
In ogni caso il segnavia all'intersezione tra il 747 e il 742 non riportava alcun avvertimento.
Il sentiero scende violento rivelandosi subito impegnativo, con diversi tratti attrezzati e qualche passaggio esposto su roccette. Sulla sua lunga e ripida discesa siamo stati costretti a rallentare il passo a causa del bagnato che rendeva scivolosi gli appigli, in particolar modo quelli metallici.
Attraversato il Boal dei Pissotti comincia un tratto caratterizzato da lunghe cenge erbose, in alcuni casi molto esposte, brevi tratti di tornantini e qualche discesa ma restando sostanzialmente in quota fino a raggiungere il tratto finale sul ghiaione dove, guidati da ometti di pietra, si scendono rapidamente altri 300m circa.
Incrociato il sentiero che arriva dal Cant del Gal (segnavia 719) abbiamo fatto una breve sosta per rifocillarci un attimo e togliere gli imbraghi prima di imboccarlo sulla nostra sinistra di buon passo per raggiungere la macchina in una mezz'ora di strada forestale.

Mai come in quest'occasione devo ringraziare la mia compagna, senza il suo supporto quest'attivazione non sarebbe stata possibile.

73 de IZ3GME Marco
Torna ai contenuti