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attivazione di i3gnq

attivazione SOTA -tn-332 monte folga

07 luglio 2013

Caricato in spalla lo zaino con palo e antenna, prendo la moto e risalgo la valle soprastante in direzione nord; superato Ponte Stel transito per la “busa della scandola” ( punto più vicino a S.Martino di Castrozza). Qui trovo i lavori forestali in corso (ma oggi è domenica) Aggiro la staccionata e proseguo per la strada fortunatamente sgombra (non per me e la moto ma per mia moglie che salirà poi con l’auto).
Ora verso sud raggiungo la malga Valsorda Alta a quota 1918 s.l.m. A parte qualche asino non c’è nessuno.
La s.f. richiede ben due permessi di transito, quello del Comune e quello del Parco Paneveggio-Pale San Martino.
Per buon sentiero raggiungo velocemente Forcella Valsorda da dove devio a est su sfasciumi per risalire direttamente la erta cresta SSO, la via più breve per la cima dal passo.
Risalgo un tratto di roccette terminate le quali restano solo gli ultimi 200 metri di pala erbosa. È un tratto assai ripido, bello d’inverno in discesa con gli sci, ma in salita con radio accumulatori e antenne … Per di più non c’è di peggio che vedere un obbiettivo che pare di toccare con mano: non arriva mai.
Assicuro il supporto dell’antenna sul palo di vetta con libro e segno del confine del Parco di Paneveggio-Pale San Martino. Alla testa del palo attacco anche la Inverted-V per i 50 mHz.
La postazione è più che buona ma il traffico non è dei migliori.
In compenso passa un sacco di gente, strano: di solito non c’è nessuno.
Dopo quasi due ore intravedo due figure che fuoriescono dal tratto ripido di roccette. Sono moglie e figlio con panini, birra e un accumulatore …
Mi raggiungono e dopo la colazione continuo ancora un poco mentre il tempo peggiora.
Saluto la cima e scendiamo velocemente lungo la Pala sud; lasciamo il sentiero per scendere ad una conca e tagliare ad una forcella raggiungendo un sentiero più agevole. Traversando raggiungiamo forcella Valsorda che raggiungiamo per un ultimo tratto di neve.
Scendiamo velocemente e raggiungendo la malga prendendo qualche goccia di pioggia.
 
Scambiate due parole con i pastori (sono romeni) partiamo per la “caccia”. Dobbiamo portare a valle alcuni girini.
 
I3GNQ  Giacomo Bornancini
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